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Arriva un nuovo provvedimento di Facebook contro l’infodemia sul coronavirus -- sulla scia di un'indagine di Avaaz che ha dimostrato l'incapacità della piattaforma di proteggere milioni di utenti dalla misinformazione* sul COVID-19
**L’azienda sarà la prima piattaforma social a inviare notifiche a TUTTI gli utenti esposti a misinformazione dannosa sul coronavirus - l’azione è in linea con un nuovo studio universitario che dimostra che le rettifiche possono dimezzare il numero di persone che credono ai contenuti di misinformazione** 

16 aprile 2020, Roma - Un'indagine di Avaaz ha rivelato che milioni di utenti di Facebook continuano a essere esposti a misinformazione sul coronavirus senza avvertenze da parte della piattaforma. Dopo aver segnalato risultati dell'indagine a Facebook, l'azienda ha deciso di intraprendere una delle azioni più significative contro la misinformazione della sua storia: l'invio di rettifiche retroattive ad ogni singolo utente che condivide o interagisce con misinformazione dannosa sul coronavirus, in ogni lingua.

Fadi Quran, direttore della campagna di Avaaz : " Facebook si trova nell’epicentro dell’infodemia. Ma oggi l'azienda sta facendo un passo cruciale per ripulire questo ecosistema di informazioni tossiche, diventando la prima piattaforma social ad inviare rettifiche a tutti gli utenti che sono stati esposti a misinformazione sul coronavirus e indirizzandoli verso informazioni sicure che possono salvare delle vite ".

I ricercatori di Avaaz hanno analizzato un campione di oltre 100 notizie false sul coronavirus in sei lingue. Questi post sono stati condivisi 1,7 milioni di volte e sono stati visualizzati, secondo le stime, 117 milioni di volte nelle sei lingue esaminate, nonostante fossero già stati confutati da fact checker indipendenti. Possono trascorrere fino a 22 giorni prima che l’azienda pubblichi le rettifiche per le notizie false sul coronavirus, anche quando i fact checker partner di Facebook segnalano tempestivamente alla piattaforma il contenuto dannoso. Il 41% delle storie di misinformazione analizzate è rimasta sulla piattaforma senza nessun avvertimento. Le etichette di segnalazione non sono state applicate in modo uniforme in tutte le lingue; Facebook non le ha ancora applicate sul 68% dei contenuti in lingua italiana, il 70% dei contenuti in lingua spagnola e il 50% dei contenuti in lingua portoghese, contro il 29% dei contenuti in inglese.

Le notifiche che saranno effettuate da Facebook sono un primo passo verso una soluzione che è risultata efficace per arginare la misinformazione: la "rettifica social”. Una ricerca della George Washington University e della Ohio State University, commissionata da Avaaz, dimostra che pubblicare le rettifiche di fact checker indipendenti ogni volta che un utente di Facebook viene a contatto con la misinformazione può ridurre le convinzioni che nascono dalla disinformazione mediamente nel 50% dei casi (49.4%) arrivando anche al 61%.

Questo studio è il frutto di una lunga serie di ricerche accademiche che dimostrano come rettifiche efficaci possano ridurre e persino eliminare gli effetti della disinformazione, indipendentemente dall’orientamento politico.

Fadi Quran, direttore della campagna di Avaaz, ha detto : " Facebook ha tra le mani un vaccino per l'infodemia - un vaccino che gli studi ora dimostrano può dimezzare la credenza delle persone verso la misinformazione". Agire sulla misinformazione sul coronavirus può salvare delle vite in questo momento, ma questo è solo il primo passo. Anche le persone esposte a misinformazione sul morbillo, sui vaccini o sulla politica devono essere tutelate. Avaaz si aspetta la piena attuazione della Rettifica Social da parte di Facebook nei prossimi mesi ".

L'8 aprile, Avaaz ha condiviso con Facebook i post di misinformazione sul coronavirus che riteneva potessero causare imminenti danni fisici ai suoi utenti e che violavano le politiche di Facebook sulla misinformazione nociva. In risposta, il 14 aprile Facebook ha eliminato 17 dei post da noi segnalati, per una stima di circa 2,4 milioni di visualizzazioni.

Sulla “Rettifica Social”
La “ Rettifica Social ” è una soluzione strategica che richiede alle piattaforme di inviare rettifiche effettive a ogni persona esposta a informazioni ritenute false o fuorvianti da fact checker indipendenti. Questa soluzione arginerebbe la disinformazione preservando la libertà di espressione; poiché la Rettifica Social aggiunge la verità ma non tocca le bugie.

Lo studio sulla Rettifica Social è stato condotto da Ethan Porter della George Washington University e Tom Wood della Ohio State University, con il supporto di Avaaz. Ha utilizzato il primo modello visivo iperrealista di Facebook e ha scoperto che le rettifiche mostrate direttamente nei feed di notizie di Facebook nel 50% dei casi hanno fatto diffidare della disinformazione.

Thomas J. Wood, ricercatore presso la Ohio State University:
" Mentre gli studi precedenti avevano evidenziato che il fact checking può ridurre convinzioni inesatte in contesti astratti, questa è la prima volta che la ricerca ha dimostrato chiaramente che il fact checking può funzionare anche in contesti fortemente simili a Facebook ".

Ethan Porter, ricercatore presso la George Washington University :
Questi risultati forniscono una prova evidente che il fact checking funzionerebbe su Facebook. Al di là di questioni personali e ideologie, le rettifiche migliorano in modo affidabile l'accuratezza dei contenuti degli utenti ".

Di seguito è riportato un esempio di come sarebbe nella pratica la Rettifica Social di Avaaz.

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Riguardo al lavoro di Avaaz sulla disinformazione :

Avaaz è un movimento globale con oltre 50 milioni di membri in tutto il mondo, completamente finanziato dalle piccole donazioni dei singoli membri.

Questo rapporto fa parte di una campagna di Avaaz che ha lo scopo di proteggere la società dai pericoli della disinformazione sui social media. Nel contesto di questo impegno, le indagini di Avaaz hanno: Il lavoro di Avaaz sulla disinformazione affonda le sue radici nella ferma convinzione che le notizie false che proliferano sui social media rappresentino una grave minaccia per la democrazia, la salute e il benessere delle comunità e la sicurezza delle persone vulnerabili. Avaaz rende disponibili i dati della sua ricerca sulla disinformazione in modo da poter avvertire ed educare i social media, le autorità di regolamentazione e l'opinione pubblica, e per aiutare la società a promuovere soluzioni intelligenti per difendere l'integrità dei processi elettorali e delle nostre democrazie

*Nota di traduzione
Il termine inglese "misinformation" è ormai largamente in uso, l'equivalente italiano è "misinformazione" ancora poco conosciuto. Il termine si riferisce alla "condivisione involontaria di informazioni false".